AR-Té

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AR-Té

Undicesima uscita per AR-Té; il nuovo formato elettronico ci sta permettendo di raggiungere un numero maggiore di lettori, e così ampliare il confronto, la diffusione di idee, gli spunti di riflessione. Tanto per cominciare, sfruttare le nuove tecnologie in modo positivo, se si riescono a vincere le proprie resistenze e paure, è sicuramente un modo di superare confini ritenuti, spesso in modo acritico, invalicabili. E’, questo, un tema attualissimo e di importanza talvolta drammatica. Assistiamo, con rabbia impotente, a tragedie di migranti che si consumano quotidianamente, al riproporsi di problematiche di integrazione che richiedono nuovi sforzi. Come persone che si occupano di altre persone, addetti alle helping profession, pensiamo che, nel nostro piccolo, possiamo avere un ruolo e, forse fare una differenza. E riscoprire che quello sforzo, quel salto, oltre a rispettare un codice etico che abbiamo deciso di abbracciare e mantenere, può transitarci verso una nuova e infinita ricchezza, culturale, umana.

Il contributo di Roberto Caterina propone e riscopre il rapporto, profondo e complesso, tra “Immagini svelate e immagini sonore”; il legame tra psiche e immagine, sia essa suono o colore, è presente sin dalle origini della vita umana, singola e collettiva. Un ponte tra cultura e filosofia classica e lettura del momento.

Roberto Boccalon illustra un percorso di arteterapia che valica i confini dell’istituzione psichiatrica e, tutelando il setting e gli obiettivi terapeutici, entra nel territorio cittadino, ne cerca la storia, i miti, i rappresentanti, e al tempo stesso scende nell’emotività personale, nella storia individuale, talvolta dolorosa.

Fabio Pelassa racconta la costruzione di esperienze musicali in cui musicoterapia e musica d’insieme viaggiano in parallelo, si compenetrano senza perdere la loro specificità, anche per dare risposta a necessità di integrazione, condivisione, socializzazione.

Elena Vecchi e Guido Marconcini ci offrono due veri e propri “racconti di viaggio”, esperienze di musica e arte oltre confine, l’incontro di un gruppo di adolescenti con ospiti berberi nella valle di Draha e abitanti della favela di Vila Canoas, suoni e colori che superano le barriere, l’ospitalità commovente e autentica, l’emozione del conoscere e del conoscersi.

Anna Varnai e Silvia Torresin infine ripercorrono una esperienza davvero preziosa quanto, putrtoppo, rara, di percorso di formazione per insegnanti di sostegno in cui l’arteterapia diventa strumento di supervisione, momento di “aiuto per chi aiuta”, infinitamente necessario, in partiolare per chi svolge un ruolo educativo così delicato e in perenne contatto con la sofferenza.

Certo i confini, i limiti, le barriere, restano, e non crediamo di aver minimamente esaurito un problema così complesso nel poco spazio della rivista. Speriamo però che questi articoli servano anch’essi a mantenere vitale la nostra curiosità e magari contribuiscano a incoraggiare. In fondo, a volte, per superare una linea, sia pure di confine, basta un solo passo.

Lorenzo Tamagnone