Pratica e Ricerca in Arteterapia
Lo scorso Luglio, a Londra, si è tenuta la Conferenza Internazionale, organizzata da BAAT
(British Association of Art Therapists) e AATA (American Art Therapy Association),
preceduta da un meeting tra arteterapeuti.
Abbiamo l’opportunità di raccontarvi questa esperienza attraverso le parole delle
dottoresse Mimma Della Cagnoletta e Rivkah Hetherington.
Il 10 luglio 2019 si è svolto un meeting tra una quarantina di arteterapeuti provenienti da
tutto il mondo, per discutere di alcuni temi che sarebbero poi stati sviluppati nella
conferenza “International Art Therapy Practice & Research Conference 2019” e per creare
un network che potesse facilitare scambi collaborativi e progetti di ricerca.
Il setting del nostro incontro comprendeva quattro tavoli rotondi, intorno a cui ci siamo
seduti a caso, cercando di evitare le persone che già conoscevamo. Ero l’unica italiana
presente, e il mio tavolo era formato da arteterapeuti provenienti dalla Russia, da
Singapore, dall’Inghilterra e dalla Cina.
Lo scopo della nostra discussione era considerare i temi e le questione emergenti
dall’introduzione pionieristica dell’arteterapia nei diversi paesi del mondo, le sfide, le
difficoltà e le risorse che ogni paese aveva messo in campo per costruire una cultura
dell’arteterapia, per sviluppare programmi di formazione, per evitare l’isolamento e creare
momenti di crescita professionale.
Nella mia presentazione in occasione della giornata associativa “Selfie”, tenutasi a
Bologna il 13 ottobre c.a., ho elencato i punti su cui i partecipanti avevano un’esperienza
simile, ma qui vorrei solo elevare i suggerimenti finali per sviluppare la nostra professione:
– aprire un dialogo con i professionisti affini e creare una comunità e un contesto sociale
che sostenga l’importanza dell’arteterapia;
– usare la presentazione di casi clinici per promuovere l’arteterapia ma anche i corsi
introduttivi sia on line che vis a vis;
– organizzare dei progetti collaborativi internazionali;
– pubblicare riviste on line;
– includere nei training persone che vorrebbero formarsi ma non ne hanno i mezzi;
– condividere le risorse;
– ampliare la pratica nei confronti dell’arte sociale e dell’attivismo sociale;
– organizzare eventi gratuiti e aperti a tutti;
– non lavorare mai da soli ma sempre in collaborazione;
– documentare i passaggi significativi e la propria storia;
– accettare approcci diversi e l’uso di media differenti come video, radio o tv.
Vorrei concludere dicendo che il messaggio più evidente e consistente, emerso da questo
incontro, è che la cooperazione tra organismi diversi è fondamentale per la crescita e lo
sviluppo di ciascuno.
Anche la nostra organizzazione – Art Therapy Italiana – può continuare a crescere solo
attraverso una collaborazione aperta e disponibile.
Mimma Della Cagnoletta, Presidente e co-fondatrice